Tattica o Strategia?
Ultimamente mi è capitato di partecipare ad una riunione con alcuni manager aziendali di alto profilo inerente metodi e strumenti per definire la pianificazione strategica delle attività, nella quale sono rimasto colpito da un osservazione del direttore finanziario che sentenziava:
“la strategia è sopravvalutata!”.
Sono rimasto subito perplesso ed ho cercato di capire da quale riflessione provenisse tale affermazione provocatoria.
La riflessione era direttamente correlata all’analisi del contesto socio-economico di riferimento.
Secondo il direttore finanziario il contesto socio-economico che muta a velocità elevata incrementando l’incertezza degli scenari futuri, siano questi economici-sociali-ambientali, non consente di elaborare delle previsioni a lungo a termine ed una strategia di direzione dell’organizzazione.
In un quadro così incerto un organizzazione non può che operare tatticamente nel perseguire i propri obiettivi, attenta a sfruttare le opportunità ed aggirare gli ostacoli del contesto di riferimento, del mercato, delle relazioni con gli stakeholders, muovendosi in maniera camaleontica in relazione alle contingenze esterne.
Non resterebbe quindi che navigare a vista attenti a sfruttare il vento migliore e ad evitare le tempeste più impervie per tenere bene la barca orientata verso il raggiungimento degli obiettivi.
Come avrebbe detto Lubrano in una vecchia trasmissione televisiva della RAI, alcune domande sorgono spontanee:
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- Senza una strategia tesa al raggiungimento di una visione di realizzazione futura in che modo definisco gli obiettivi operativi da raggiungere nel breve periodo?
- Qual’è la valenza strategica degli obiettivi nel breve periodo in un percorso di sviluppo della mia organizzazione?
- Quale la sinergia e l’importanza dei differenti obiettivi di reparti diversi?
- Come orienterò i miei investimenti per il compimento della missione organizzativa alla base del mio lavoro?
- Quale sarà la mia presenza sul mercato, in che modo riuscirò ad esprimere un’identità organizzativa coerente, riconoscibile ed in grado di guadagnare, mantenere ed incrementare la fiducia degli stakeholders?
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E’ quindi opportuno provare a fare un po’ di chiarezza sull’argomento.
Tattica & Strategia
Tattica e Strategia rappresentano due momenti importanti della governance aziendale, concettualmente distinti ma fortemente interconnessi.
Per Strategia intendiamo un piano d’azione di lungo periodo con il quale impostare e successivamente coordinare le azioni tese a raggiungere uno scopo predeterminato, la visione futura.
La strategia si concretizza individuando un ramificazione di obiettivi che da obiettivi di visione più astratti e temporalmente lontani si scompongono in obiettivi strategici, che a loro volta si scompongono in obiettivi operativi dei vari reparti per i quali verranno definite le attività da svolgere in maniera sinergica.
Per Tattica intendiamo il metodo, gli strumenti e i mezzi utilizzati per conseguire gli obiettivi predefiniti. La tattica a differenza della strategia, riguarda la modalità con la quale un determinato reparto organizzativo o l’organizzazione intera, si coordina e si configura e si muove in relazione all’obiettivo specifico da raggiungere.
Due quindi i criteri fondamentali di distinzione:
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- l’arco temporale di interesse
- la tipologia di obiettivo
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Se la strategia guarda alla complessità dell’organizzazione ad alla sua evoluzione in ottica di lungo periodo, la tattica è un momento di governance delle attività orientato al breve periodo, in vista degli obiettivi operativi da raggiungere e delle necessità e opportunità dell’espressione delle attività lavorative.
Se con la strategia stiamo riflettendo sulle scelte in funzione dei fini dell’organizzazione con la tattica stiamo lavorando sulle scelte in funzione dei mezzi più opportuni in in relazione al contesto di riferimento.
Tattica e Strategia sono per questo due momenti di governace concettualmente distinti, ugualmente importanti nella gestione organizzativa e profondamente interconnessi.
Le tattica da applicare è fortemente influenzata dalle strategia di più ampio respiro definita e così la strategia viene rivista e valutata in ragione delle indicazioni rilevate sulle attività di breve e medio periodo nell’operare in vista degli obiettivi operativi.
E’ pur vero che la velocità dei mutamenti di contesto e l’elevata incertezza richiamano i manager ad affinare la propria capacità operativa di gestione tattica, ma prescindere da una visione di lungo periodo e di sviluppo condivisa rischia di cristallizzare l’azione organizzativa ad una miope gestione di corto respiro in cui il fine diventa il mezzo, in cui le scelte di gestione avvengono in maniera reattiva alle variazioni contingenti, esponendo l’organizzazione tutta ad un elevato rischio di incoerenza e di volatilità identitaria.
E’ quindi bene, nel procedere in un percorso di sviluppo organizzativo, allenarsi a guardare lontano e allenarsi a lavorare nella tensione della volontà di compiere la propria missione in virtù della visione di futuro desiderato.
Roberto Lorusso
Founder and Ceo Duc In Altum srl
Ciao,
davvero molto interessante!
Michele
Conciso, chiaro e utile. Grazie!
Interessante ed utile
Ho letto solo oggi, chiaro e per me, utilissimo.
La strategia nell’ ambito socio educativo assistenziale sarebbe la pianificazione dell’obbiettivo ” IL.COSA”, da rivedere in itinere, mentre la tattica sarebbe il come raggiungere ” strumenti” (persone, ambiente, mezzi ,risorse) quell’obbiettivo.CHIARAMENTE INTERCONNESE?