Per le piccole e medie imprese la strategia è un lusso?
“Qui da noi bisogna lavorare duro, tutti i giorni, c’è sempre qualcosa da risolvere…chi ha il tempo per parlare di strategia. E poi i costi?”.
Pur se non sono esattamente queste le parole, così mi ha apostrofato un imprenditore veneto alcuni anni fa nel corso di un incontro presso la sede della locale Unione Industriali, è una diffusa convinzione che nelle piccole e medie imprese non si debba o non si possa pensare ed agire strategicamente.
Riflettere sulla propria strategia aziendale (che sarà mai questo abusato parolone), cercare di realizzare un cambiamento strategico, è un lusso che solo le aziende grandi si possono permettere. Cerchiamo prima di tutto di capire di cosa si tratta.
Sono tre gli elementi che caratterizzano una strategia:
- l’obiettivo,
- il percorso per raggiungerlo, che possiamo anche definire piano di azioni e
- l’insieme delle risorse e competenze che mettiamo in gioco per riuscire a raggiungere il nostro obiettivo.
Poiché l’ambiente nel quale competiamo è complesso, difficile da prevedere, in costante cambiamento, il rischio implicito in queste scelte è molto elevato.
Questo rischio non deriva solo da fatti che sono esterni alla nostra impresa, dipende anche da come noi gestiamo la strategia:
- l’obiettivo è credibile?
- Le risorse e le competenze di cui disponiamo sono adeguate o stiamo sottovalutando qualche aspetto o sopravvalutandone qualche altro?
- Il piano di azioni è plausibile?
- È efficace?
In realtà qualunque imprenditore quando crea la propria azienda o quando affronta il mercato alla ricerca di una posizione competitiva più vantaggiosa, a prescindere dalla dimensione della sua impresa, ha, almeno a grandi linee, una sua strategia.
Si è posto un obiettivo di carattere generale, sa di disporre di competenze, nel caso delle pmi queste spesso coincidono con ciò che lui sa fare, ha definito una serie di passaggi che lo porteranno a raggiungere l’obiettivo che si prefigge.
Ma allora:
perché è utile (in alcuni casi indispensabile) il supporto di professionisti se esiste già una forma di strategia?
Il supporto per la strategia aziendale delle PMI
Le ragioni sono innumerevoli, e proverò, di seguito, a descriverle attraverso 7 domande che solitamente in questi casi rivolgo agli imprenditori.
1. Sei davvero in grado di analizzare la posizione strategica in cui si trova la tua azienda al di la del risultato economico?
Un professionista possiede le metodologie necessarie per analizzare con realismo e concretezza la situazione, aiuta quindi a comprendere le reali potenzialità.
Non mi riferisco all’analisi di bilancio, quanto ai sistemi per realizzare veri e propri check-up aziendali utili per valutare le possibilità di successo di un’idea e dell’orientamento verso una specifica strategia per realizzarla.
2. Sei in grado di dare una forma scritta, completa e ordinata, comunicabile a terzi (banche, soci, collaboratori) alla tua idea?
Una strategia non formalizzata, senza insomma che siano fissati per iscritto almeno gli obiettivi, le risorse e le competenze disponibili, o necessarie, ed i passaggi chiave, non è utile.
Non si tratta di scrivere tomi di centinaia di pagine, bastano in genere dalle 5 alle 10 pagine.
Scrivere aiuta a chiarire le idee, consente di avere un riferimento fisso (toglie gli alibi insomma), consente di apprendere dai propri, inevitabili errori, poiché così è più facile capire dove si sbaglia.
3. Hai le competenze per scegliere tra le diverse opzioni quella migliore?
In numerosi casi l’imprenditore vede davanti a sé diverse strade che sembrano interessanti, tutte sostanzialmente adeguate a raggiungere i propri scopi.
Una analisi ben strutturata delle alternative può essere solo realizzata da chi ha gli strumenti giusti per mettere in evidenza problemi ed opportunità, per aiutare quindi l’imprenditore a scegliere meglio.
4. Riesci ad essere obiettivo e lucido nell’analizzare le possibilità della tua azienda?
Un professionista che abbia adeguata preparazione ed esperienza specifica aiuta a considerare le scelte strategiche nella giusta luce. Vede le cose dall’esterno e ciò consente certamente una maggiore obiettività;
a. per quanto riguarda la definizione degli obiettivi (sono credibili alla luce della situazione attuale? I tempi previsti sono possibili?);
b. per la valutazione delle competenze e delle risorse (sono adeguate qualitativamente e quantitativamente?)
c. per studiare il piano di azioni necessario per raggiungere gli obiettivi, infatti l’esperienza fatta in interventi precedenti aiuta a valutare le criticità e le opportunità.
5. Sei in grado di orientare le attività a creare valore e non solo a fare un buon prodotto?
Perché una strategia sia efficace è necessario che sia chiaro cosa crea valore per i clienti, per l’azienda, per gli altri soggetti (fornitori, dipendenti, ecc.) che sono in qualche misura interessati al progetto.
L’analisi del valore è una tipica competenza dei professionisti dell’analisi strategica.
Se non si crea valore per tutti i soggetti, la strategia aziendale non funziona.
6. Hai una visione ampia delle dinamiche del tuo mercato e dei mercati che lo influenzano?
Durante il percorso di realizzazione del piano di attività la strategia, anche se in modo limitato e parziale, si modifica, si adatta alla realtà esterna, considera le opportunità che si presentano: si tratta, di fatto, di qualcosa che emerge e di cui dobbiamo tener conto.
Questa della realizzazione è una fase particolarmente delicata e difficile. Solo il confronto costante con chi conosce diverse situazioni consente di capire se si tratta di elementi che devono essere tenuti in conto o trascurati.
7. Hai la capacità di comunicare la tua strategia e conquistare il consenso?
Una strategia aziendale, per ben studiata e realistica che sia, passa sempre attraverso la condivisione di quanti sono chiamati a realizzarla.
A volte si tratta di scelte che non hanno alcun impatto sulla struttura dell’azienda, altre volte, le più frequenti, è importante che tutti siano coscienti delle scelte e delle implicazioni.
Comunicare, condividere, convincere sono attività fondamentali, ma nello stesso tempo bisogna rassicurare, perché il cambiamento genera paure ed incertezze.
Ognuno di questi punti è in grado, da solo, di invalidare gli investimenti e gli sforzi delle aziende.
Il supporto di professionisti adeguatamente preparati, che siano manager o consulenti, non può evidentemente garantire certezze: alla base di ogni attività imprenditoriale e di ogni scelta c’è l’idea di rischio.
Ma oggi, con la complessa situazione economica che stiamo vivendo che lascia prefigurare un cambiamento profondo nei modelli di consumo, quindi di produzione, l’unica cosa certa è che il rischio maggiore consiste nel non affrontare i problemi di fondo.
Non si tratta solo di superare un momento, le nostre aziende, piccole o grandi che siano, devono rendersi conto del fatto che non è sufficiente sopravvivere alla crisi, dobbiamo fare anche scelte che ci portino a sopravvivere anche dopo la crisi.
La soluzione è solo nella capacità di immaginare strategie creative e solide.
Definire in maniera adeguata la propria strategia non è un lusso, è un obbligo morale nei confronti dei propri dipendenti, dei fornitori, del contesto in cui si opera, ed infine, non da meno, bisogna farlo per i propri capitali e per la propria dignità.
Una considerazione finale che deriva dall’esperienza personale di tanti anni di lavoro sul campo e di insegnamento: molto spesso definire e realizzare una strategia aziendale non è un lavoro che si fa con un documento, con report, con presentazioni.
Non si tratta di compilare fogli, ma di affiancare sistematicamente l’imprenditore ed i suoi manager nelle scelte sul campo.
Il problema di chi fa consulenza strategica non è soltanto quello di dare le giuste indicazioni, ma è quello di aiutare l’azienda a modificare la propria cultura.
Questo è il vero vincolo che bisogna superare per vincere sui mercati.
Roberto Lorusso
Founder and Ceo Duc In Altum srl
1 thought on “Per le PMI la strategia aziendale è un lusso?”
Comments are closed.