Pianificazione strategica? Se stai leggendo questo articolo probabilmente stai meditando sull’opportunità di andare in guerra! Libri di storia raccontano le tecniche di Napoleone, un “must” per quanto riguarda la pianificazione strategica della penetrazione dei suoi plotoni nel territorio nemico e le tattiche di battaglia su qualsiasi tipo di terreno, che sia collinare, in pianura o montano.
Varie le tecniche dall’accerchiamento. Ma soprattutto:
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- sacrificio dei plotoni apripista per rompere le righe nemiche
- capacità di attendere il momento migliore per la battaglia decisiva
- capacità di sfruttare al meglio le peculiarità del territorio e delle stagioni, dell’evolvere degli equilibri politici e militari del nemico per averne la meglio.
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La pianificazione strategica della quale ti parlo è molto lontana dal sacrificio di risorse umane in battaglia per la conquista dei territori, ma tuttavia ne ha tratti comuni.
Mi riferisco all’attività di pianificazione delle attività necessarie ad un organizzazione per raggiungere un obiettivo ambizioso verso cui indirizzare sforzi, risorse, intelligenze e perseveranza.
Due sono sicuramente gli elementi comuni con l’attività bellica di Napoleone, che la tua organizzazione deve considerare:
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- Avere una visione di futuro verso cui tendere
- Effettuare un accurata analisi di contesto
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La pianificazione strategica: avere una visione di futuro verso cui tendere
Una buona pianificazione strategica può essere sviluppata quando un organizzazione, un gruppo di persone, si prefigge una metà ambiziosa, allettante e motivante verso cui tendere, una visione da realizzare.
Seguire una visione ed essere determinati a realizzarla comporta impegno, dedizione e perseveranza, e per far ciò è necessario pianificare delle attività da svolgere, degli obiettivi da raggiungere, delle mete intermedie da raggiungere in tempi prefissati.
In altre parole è necessario pianificare una strategia d’azione verso cui orientare gli sforzi.
Avere una visione da realizzare!
Belle parole ma..stiamo parlando di business o di sogni ad occhi aperti?
Uno dei passaggi più delicati con cui avrai a che fare nell’effettuare una pianificazione strategica, sarà quello di oggettivare la tua visione da un livello descrittivo ed attraente in obiettivi via via più chiari e definiti, strutturati e consequenziali.
A tale scopo la tecnica che prediligo, è quella di procedere a ritroso:
Immaginando di essere nella situazione di successo desiderata, ti basta guardare indietro al lavoro fatto, individuando le tappe intermedie, gli obiettivi raggiunti nel tempo, le difficoltà che hai affrontato e superato, le competenze che hai saputo acquisire con la tua organizzazione.
Ci vuole però metodo!
Il primo passo della tua pianificazione strategica è quello di scomporre la visione descrittiva in uno o più obiettivi di visione.
A partire da questi obiettivi di visione, individua per ciascuno quali sono stati gli obiettivi intermedi importanti raggiunti, che ti hanno consentito il successo dell’impresa.
Ecco, questi saranno i tuoi obiettivi strategici; obiettivi graduali, consequenziali e funzionali al raggiungimento della tua visione.
Avendo chiari gli obiettivi strategici sui diversi fronti, avrai più chiaro quali sono gli obiettivi operativi per settore organizzativo e area tematica da sviluppare con i tuoi collaboratori e che orienteranno concretamente le attività processuali da sviluppare nei diversi periodi.
Un’altra tipologia di obiettivi necessari ad implementare le attività del tuo piano strategico, saranno poi gli obiettivi di efficienza organizzativa, con i quali potrai migliorare la tua organizzazione e programmare l’acquisizione di ulteriori competenze necessarie ed il miglioramento di processi funzionali.
Con questo lavoro a ritroso, avrai quindi definito un albero di obiettivi gerarchici e paralleli, che ti guideranno nello sviluppo del piano strategico.
La visione, astratta e descrittiva di una situazione futura inizia a prendere forma concreta, così come le tappe del percorso da svolgere.
La tua Pianificazione Strategica ti sembra abbastanza concreta e dettagliata a questo punto?
Possiamo fare di meglio.
Un ulteriore passaggio importante per una buona pianificazione strategica, è quello di organizzare le attività da affidare ai tuoi collaboratori e gli obiettivi da raggiungere, in un crono-programma/GANTT.
Per ciascuna tappa di percorso potrai così assegnare delle scadenze temporali all’operatività del piano, in cui verificare l’itinere delle attività, festeggiare per i risultati raggiunti, verificare e sistemare situazioni impreviste ed implementare eventuali nuovi obiettivi di efficienza organizzativa od operativi, in vista delle attività future.
La tua strategia sta prendendo forma: hai adesso un albero obiettivi per il raggiungimento della visione ed un crono-programma delle attività da svolgere.
Il canovaccio base della tua pianificazione strategica si sta concretizzando!
Ma scendiamo ancora nel dettaglio.
Un ultimo passaggio che ti consente di oggettivare in maniera chiara, verificabile e misurabile la qualità del tuo piano strategico è la definizione di indicatori di performance circa il raggiungimento degli obiettivi.
Per indicatori di performance intendo che per obiettivo, è necessario tu faccia un ulteriore sforzo di riflessione assegnandoli una misura, sia questa strettamente quantitativa o in termini di percentuale di completamento di un attività, ed individuata in un intervallo temporale prefissato.
Con un indicatore di performance per obbiettivo, misurabile in un intervallo di tempo determinato, hai così la possibilità di monitorare e valutare oggettivamente i parametri di:
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- efficacia: la tua capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati
- efficienza: la tua capacità di procedere in termini di gestione del fattore tempo, nella realizzazione degli obiettivi.
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La Pianificazione Strategica: effettuare un’accurata analisi di contesto
La tua pianificazione strategica a questo punto ha già un ottima struttura per guardare al futuro della tua organizzazione! Ma non devi dimenticarti qual è il tuo punto di partenza.
Gran parte del successo delle strategie belliche di Napoleone è legato ad un’accurata analisi dei campi di battaglia, delle peculiarità ed insidie del nemico e delle roccaforti ramificate sul territorio e all’adattamento della sua strategia d’attacco e di penetrazione nel territorio dei suoi plotoni.
L’analisi di contesto ti consente di raggiungere un duplice scopo di adattamento:
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- con di tecniche come la Swot Analysis e la matrice dei problemi Eisenhower, di effettuare un adeguato check-up della tua organizzazione, delle problematiche da affrontare e delle opportunità di sviluppo in vista dei tuoi obiettivi futuri.
- Attraverso invece tecniche come l’analisi di scenario, la matrice prodotti/mercati, potrai guardare a ciò che succede all’esterno della tua organizzazione, nel “tuo campo d’azione” nel breve e nel lungo periodo, individuando trend e opportunità di sviluppo del tuo business da perseguire.
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Qualsiasi organizzazione agisce in un sistema socio-economico-territoriale: oltre a guardare i tuoi concorrenti e l’evolvere del tuo mercato di riferimento, non puoi prescindere da una lettura di quelli che sono i fenomeni sociali e ambientali, su scala locale e globale, che potranno interessare la tua attività e che la tua attività potrà influenzare!
Sono certo che concorderai con me che:
agire per la realizzazione di una visione di futuro presuppone una forte assunzione di Responsabilità, e che tale Responsabilità è un valore fondamentale per il successo del tuo agire!
Una buona pianificazione strategica non può prescindere da una visione di lungo periodo e prendere le distanze da una logica di remunerazione speculativa del tutto e subito, a discapito dei pesci più deboli da fare abboccare nel mercato.
Dal lavoro svolto con l’analisi di contesto, potrai ora definire la tua mission organizzativa nella tensione verso la definizione della tua visione ed individuare gli stakeholders di riferimento con i quali dovrai relazionarti nel procedere delle tue attività, dai quali dovrai ricevere fiducia e riconoscimento al tuo operare e dai quali dipende la tua reputazione e la qualità dell’identità organizzativa che saprai esprimere.
Bene, credo di averti detto tutto quello che reputo essenziale per sviluppare una buona pianificazione strategica.
Voglio concludere invece con la cosa che reputo più importante per sviluppare un ottima pianificazione strategica:
qualsiasi obiettivo organizzativo o meta ambiziosa vorrai raggiungere con la tua organizzazione è un obbiettivo di un gruppo di persone che si impegnano a lavorare insieme e condividere gli sforzi del proprio operare, le proprie intelligenze, le proprie vite.
Definisci quindi quali sono i valori ed i principi guida dell’impegno comune, condividi le decisioni e i nodi cruciali della strategia, sottoscrivi un patto paritetico con i tuoi collaboratori e non perdere di vista che la qualità dell’implementazione del tuo piano, è legata al livello di motivazione e di benessere organizzativo.
Buona pianificazione strategica.
Roberto Lorusso
Founder and Ceo Duc In Altum srl
9 thoughts on “Pianificazione Strategica: dalla visione all’azione”
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