Un recente saggio di Acemoglu e Robinson (2012) definisce estrattive
«quelle regole del gioco che favoriscono la trasformazione del valore aggiunto, creato dall’attività produttiva, in rendita parassitaria oppure che spingono l’allocazione delle risorse verso le molteplici forme della speculazione finanziaria».
Estrattiva
In sostanza le imprese che anno un processo di business teso alla produzione di profitto senza “sporcarsi le mani” (senza fatica) e che non generano benefici per la comunità. Per questo ci vuole molto impegno, molta fatica, molto rischio e una sana vocazione al bene comune.
Nella mia attività professionale non poche volte, ai colleghi imprenditori che erano pronti ad avviare un processo di pianificazione strategica, ho fatto queste domande:
- Dove ti porterà questa pianificazione?
- Cosa diventerà la tua azienda?
- Al termine del percorso sarai alla guida di una azienda estrattiva o generativa?
- Che tipo di imprenditore diventerai?
Regeneration 20|30
Nel 2006 ho scritto un libro nel quale parlavo di Benessere Interno Lordo e questo, oggi, è lo scenario che ha ispirato Regeneration 20|30 un programma concreto, di cui si sono fatti promotori un pool di imprenditori italiani. Regeneration 20|30 è un impegno per passare, da un’economia estrattiva giunta ormai al capolinea, a un’economia rigenerativa (da qui il nome del programma) che cambi lo stato delle cose entro dieci anni.
I protagonisti hanno dichiarato nel documento presentato recentemente a Parma in un convegno con ospiti internazionali: «Il nostro scopo è collaborare per dare inizio a una nuova era nella quale, entro il 2030, la felicità e il benessere umano saranno essenziali driver economici e politici a livello globale, gli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite saranno raggiunti e misure radicali verranno intraprese per far fronte all’emergenza climatica».
Generativa
«le attività di impresa sono permesse e incoraggiate dalla legge perché sono un servizio alla società piuttosto che fonte di profitto per i suoi proprietari[1]».
Il mio impegno professionale è da sempre quello di realizzare progetti di pianificazione strategica che permettano alle imprese di essere generative.
E, considerata la situazione attuale che ci vede parte di un “cambiamento d’epoca”, il mio sogno è che le imprese possano avviare processi di cambiamento per impegnarsi a ricostruire il “paradiso” che in questi ultimi decenni abbiamo saccheggiato e deturpato.
Come sai la gestione del cambiamento con una corretta pianificazione strategica è una sfida cruciale per le organizzazioni che vogliono affrontare le nuove condizioni di mercato, le nuove tecnologie e i cambiamenti culturali senza rinunciare ai valori che troviamo ben espressi nella Costituzione italiana all’art. 41: «L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana».
Imprenditore generativo
“Imprenditore generativo” è un termine coniato da Carol Sanford per descrivere un tipo di imprenditore che mira a creare un’impresa che sia sostenibile, prospera e in grado di generare un impatto positivo duraturo sulla società, sull’ambiente e sulla vita delle persone coinvolte.
Gli imprenditori generativi cercano di andare oltre il tradizionale modello di impresa che si concentra esclusivamente sul profitto, e perciò, adottano un approccio olistico alla creazione e gestione dell’impresa, prendendo in considerazione gli impatti dell’impresa su tutti gli stakeholder coinvolti.
Ciò include la cura dei dipendenti, la tutela dell’ambiente, la creazione di valore per i clienti, la costruzione di relazioni sostenibili con i fornitori e il coinvolgimento delle comunità in cui l’impresa opera.
In sostanza, gli imprenditori generativi si concentrano sulla creazione di un’impresa che non solo prospera in termini economici, ma migliora anche la vita delle persone e l’ambiente circostante, generando un impatto positivo sul mondo.
Questo è il motivo per cui promuovo continuamente una nuova forma societaria, delle imprese quale è la “Società Benefit”.
[1] E.M. Dodd, Harvard Law Review, 1932