Ti dice qualcosa, il termine pianificazione strategica?
Spesso evoca (oramai sempre più frequentemente) esempi di progetti sulla carta che hanno un impatto limitato o nullo sulla realtà.
Questo frequente fallimento è sintomo dalla mancanza di una visione di insieme, di un patto, e di un metodo che consenta di agire efficacemente con un approccio sistemico.
Di cosa hai bisogno per definire una strategia efficace per la tua impresa?
Regole del gioco, chiare e sottoscritte
Sin dall’inizio, tutti i manager coinvolti nel tuo progetto di pianificazione strategica, quelli che lo creano, coordinano, gestiscono e partecipano, devono avere molto chiaro – come in uno sport di squadra – “a che gioco si sta giocando”.
Nello sport di squadra, infatti, si definiscono in primo luogo il “sistema” (ovvero le caratteristiche e le regole fondamentali del gioco a cui si prende parte, e quali siano i confini entro i quali si agisce); in secondo luogo devono avere chiaro in cosa si rappresenta il “successo” perché tu stesso possa avere chiarezza e consenso su come si vincono sia la partita e sia il campionato.
La chiarezza e la condivisione su questi due elementi (sistema e successo) renderà in seguito più facile definire strategie e singole azioni. Per questo, devi assolutamente dedicare tempo e risorse per definire un Patto (un’alleanza) sui contenuti del progetto.
Normalmente, nelle nostre organizzazioni diciamo tante “belle e buone” cose. Dichiariamo di condividere i valori ed il desiderio di raggiungere gli obiettivi, e poi? E poi non c’è nulla che lega di fatto le persone.
Prima di avviare un progetto che prevede un importante impegno vogliamo firmare un patto? O vogliamo consentire a qualcuno di fare il furbo? E che vuole stare al gioco solo per vedere come va a finire?
L’obiettivo, infatti, è creare un “modello mentale condiviso” che consenta di organizzare sinergicamente le azioni di chi contribuisce al progetto.
Cos’è il Patto?
Sostanzialmente è un accordo, che a me piace tanto chiamare Patto, in cui dovrai definire:
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- l’impegno a partecipare agli incontri del gruppo guida
- il rispetto dei valori
- il rispetto delle tappe
- il rispetto della forma e le scadenze dei report
- Il rispetto del ruolo dei decisori, le funzioni e le cariche del team (personale interno e specialisti esterni)
- l’impegno a realizzare le condizioni per un “benessere organizzativo” o benessere aziendale.
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A che ti serve il Patto?
Il patto ti serve a dare forza al gruppo di lavoro nei momenti di difficoltà. Ti è utile per conoscere le persone leali e quelle fedeli. In sostanza, ti è necessario al fine di percorrere insieme il cammino verso la Visione nel rispetto dei valori condivisi.
Chi lo firma?
E’ bene che tu lo faccia firmare sempre alle persone del gruppo che coordina il progetto, ma assume un valore più alto se firmato anche da tutti tuoi collaboratori che ricoprono ruoli di alta responsabilità.
Il rispetto del Patto
Questo è un punto fermo su cui costruire un progetto di pianificazione strategica.
È la prima regola del gioco che devi far rispettare. Fedeltà e lealtà al Patto aggiungono una nota di solidità, trasparenza e reciprocità.
La fedeltà al Patto, stipulato prima dell’inizio della pianificazione strategica, aiuterà i tuoi collaboratori a tenere alto il livello della performance. E questo a sua volta farà crescere la percentuale di successo dell’intero progetto innalzando contestualmente il livello di Empowerment.
Cosa accade senza un Patto sottoscritto?
Una possibile sequenza di effetti collaterali potrebbe essere:
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- le riunioni di verifica danno risultati negativi
- ne risente la performance individuale e di gruppo
- cala la percentuale di successo
- si necessita di una revisione degli obiettivi e conseguentemente
- vanno rivisti i singoli piani, il crono programma
- si mettono in discussione le persone….
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La spirale negativa ti risucchia in una condizione in cui non è più possibile raggiungere gli obiettivi del tuo progetto.
Prima del Patto: una carta di Valori condivisi
Il percorso di pianificazione strategica necessita che si descrivano i Valori condivisi, all’interno dell’organizzazione, o semplicemente dalle persone che saranno coinvolte nel gruppo di lavoro che guida il progetto.
È bene rifarsi a Principi su cui esiste ampio consenso nella organizzazione – e perché no nella comunità locale ed internazionale – che consentano di tenere fede al patto, e quindi guidare:
- sia la definizione della Visione (rendendola più solida ed attrattiva)
- sia le azioni strategiche che verranno intraprese
Le quattro dimensioni della fedeltà al Patto
Questo è quello che, molto spesso, accade nelle organizzazioni. Gente che si inserisce in progetti importanti ma di suo non vuole rischiare nulla. Nessun legame, massima libertà di uscita.
Il fine del progetto?
“Se mi accorgo che non fa per me, me ne vado”.
E gli altri? E tutti quelli che si aspettavano qualcosa da te?
“Che me ne frega, io ho la mia vita, ho i miei obiettivi”.
Chi parla e si comporta così puoi ben intuire che non è persona da coinvolgere perché già anticipa la sua incapacità di essere leale e tanto meno sincera. Trattasi di persona che ha una pessima condotta incapace di mantenere la parola data e le promesse che saranno contenute nel patto.
Sappi che l’infedeltà è sempre un inganno, mentre la fedeltà è una virtù indispensabile nella vita personale e in quella dell’organizzazione. Su di essa si fondano l’adempimento dei compiti, degli accordi e degli obiettivi da raggiungere.
Adesso, ti descrivo le quattro dimensioni.
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- ricerca e cioè il desiderio delle persone di capire, comprendere meglio, domandare e ricevere risposte, cercare il senso profondo del perché è necessario un percorso di pianificazione.
- accoglienza (o accettazione): questo è il momento in cui dico “ok”, sono pronto partecipo. Anche se all’inizio di un progetto, le cose non sono mai tutte chiare, questo è il momento cruciale della fedeltà perché si dice “si” al leader che chiama a partecipare.
- coerenza, perché si tratta di partecipare al piano in accordo a quanto si decide e coerentemente con i valori condivisi. Questa coerenza potrà anche richiedere l’accettazione di incomprensioni e talvolta anche afflizioni. L’importante è non dissociare mai la coerenza e i propri comportamenti dai valori che si credono e si condividono.
- costanza (o perseveranza), perché è facile essere coerente per un breve periodo (semmai all’inizio), è difficile esserlo sempre e per tutto il percorso. E’ facile essere coerenti nei periodi di successo e di pieno entusiasmo, è faticoso esserlo nei periodi difficili e senza risultati.
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Presto scoprirai che le persone fedeli sono più importanti delle persone competenti per il successo della tua pianificazione strategica.
Roberto Lorusso
Founder and Ceo Duc In Altum srl