Dopo una breve visita alla “Meccanica Algiotti”, impresa familiare di tutto rispetto che fattura circa 20 milioni di euro, il mio amico Andrea ha esclamato: “Caspita!!! che bella azienda, e che bel clima!” Sei fortunato ad avere clienti così.
Grazie Andrea, ma adesso ti racconto da dove ho iniziato.
Precisamente, tutto parte da un incontro con il titolare il sig. Giuseppe Algiotti che mi era stato presentato da un caro amico. Il sig. Algiotti aveva chiesto garanzie se con me avesse potuto parlare chiaro ed in piena confidenza, certo di essere compreso.
Ricordo chiaramente questo episodio.
Erano le dieci circa, di un venerdì di aprile, e ci accomodiamo tranquilli in due poltroncine uno vicino all’altro, io e il sig. Giuseppe nella sua stanza, e lui inizia così confidenzialmente:
“Allora, Roberto. Qui, il problema è questo. Te lo dico in sintesi. Ma proprio in sintesi. I miei figli, da quando sono con me in azienda, mi vogliono vedere morto!!!”
“Non esagerare” – gli dico e ironizzando aggiungo – “adesso l’età si è allungata per tutti!”
Giuseppe (ormai da tempo ci diamo del tu) si passò una mano tremante tra i capelli grigi. “Forse sarò un po’ esagerato ma se continuano così veramente mi fanno scoppiare il cuore. Ogni giorno una croce diversa. Litigano tra di loro, salgono nel mio ufficio e continuano a litigare.”
Giuseppe si interrompe ed io con lo sguardo lo invito a continuare.
“Ormai, non posso più parlare con nessuno. E’ meglio non pensare a cosa accadrebbe se dovessi riferire ad un dipendente il mio pensiero su come andrebbero fatte alcune cose” – un’altra breve pausa per prendere fiato. “Pensa, che ci sono periodi di lungo silenzio. Non ci si parla per mesi. Sembra di stare in un convento di clausura. Poi all’improvviso- mi dice scattando in avanti- quando meno te lo aspetti mio figlio grande, Giovanni, entra nel mio ufficio chiedendomi di mettere una pezza a colori su di un casino che ha combinato, aggiungendo di non dire nulla alla sorella. E mi tocca intervenire per sistemare tutto e soprattutto mentire per prevenire altri litigi.”
Giuseppe è come un fiume in piena.
“Non ti dico… che cosa mi stanno combinando con i clienti. La vuoi sapere l’ultima? L’ufficio tecnico smarrisce i fogli di consegna e il responsabile si scusa dicendo che la procedura della qualità non prevede la loro archiviazione. Questi mi vogliono far diventare pazzo. Ogni giorno una nuova certificazione… ISO di qua, EMAS di là. E le cose anziché migliorare si guastano sempre di più. In poche parole non si capisce più niente. Hai presente una barca in balia delle onde con un equipaggio di pazzi? Ecco! Poco ci manca.”
Bene, mio caro amico, questo che hai appena letto è il punto da cui sono partito. E quello che ha visto Andrea è il frutto di due anni di sano lavoro gomito a gomito con ciascun membro della famiglia.
Non posso raccontarti tutto ma una cosa è certa: non mi sono risparmiato ed in questi anni ho verificato che la mia metodologia di “Pianificazione Strategica a misura d’uomo” funziona perfettamente!
Il problema principale nell’impresa familiare
Il problema dei problemi che ho trovato nella Meccanica Algiotti e che molto probabilmente è il problema dell’impresa familiare è la gestione delle relazioni.
La domanda che tutti si pongono è questa: Devono prevalere quelle familiari o quelle manageriali?
Prima però voglio comunicarti cosa intendo quando parlo di “relazione”.
La relazione è imparare a vivere in pace con se stessi e con gli altri e vedere gli altri non come li vorremmo, ma per quello che sono.
Tutti siamo portatori di pregi e di difetti. Purtroppo la vita ci porta a considerare più i secondi dei primi.
Forse solo con chi amiamo facciamo l’esperienza opposta, dove i difetti, che in altre situazioni non avremmo mai tollerato, diventano più sopportabili o addirittura si trasformano in pregi.
Nel continuo altalenarsi dell’importanza che diamo all’Io e al Noi l’equilibrio che la persona porta dentro di sé fa la grande differenza.
Esistono persone che si annientano per gli altri, altri che li sfruttano sino all’osso e divorano tutto quello che incontrano.
La capacità di vedere tutte le persone per quello che sono, abbandonando i pregiudizi, aiuta ad evitare sia la sottomissione che la fredda indifferenza nei confronti degli altri.
Nel ricordare la Regola Benedettina, ti porto ad esempio la vita del monastero.
Luogo dove nessuno è inutile come nessuno è estraneo dalla comunità: tutti sono indispensabili proprio perché parte della stessa comunità.
Il monastero ha una struttura lineare della vita che agevola fortemente le relazione tra i monaci. Questa semplificazione porta ovviamente a ridurre gli attriti ma soprattutto perché nessuno è costretto ad accettare questo stile di vita e la regola che lo governa.
Si appartiene alla comunità liberamente: è difficile entrare ma molto facile uscirne.
Anche le aziende familiari hanno una struttura lineare che dovrebbe ridurre gli attriti ma è priva di regole. Infatti la loro assenza non permette alle persone di accettarle e restare, non accettarle ed andarsene.
Le imprese familiari vivono la grande confusione (direi il grande errore) che siccome siamo in famiglia ….
Senza regole non si appartiene, non esiste azienda, non esiste comunità.
I familiari che sono presenti in azienda, difatti, convivono in attesa che qualcosa accada o che il più abile o furbo o intraprendente prenda le redini del comando.
Nel monastero il monaco è libero di esprimersi in tutta la sua totalità, sia essa artistica, mistica, operativa o teorica: sa fin dal suo primo giorno in monastero che i suoi superiori cercheranno sempre di valorizzarlo e di sostenerlo nelle scelte.
Nell’impresa familiare? Appena il giovane arriva l’anziano dice: “abbiamo fatto sempre così”.
E se insiste ad innovare qualche processo? “lasciatelo fare primo poi capirà che non serve a niente”.
Riprendiamo la domanda:
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- Devono prevalere lo stile delle relazioni familiari o quello delle relazioni manageriali?
- E chi ci dice se lo stile familiare è migliore o peggiore di quello manageriale?
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E’ necessario uno stile virtuoso che serve sia alle relazioni familiari, sia a quelle manageriali basato sul rispetto delle regole che governano (in modo diverso) sia la famiglia, sia l’azienda.
Ecco alcuni semplici sugerimenti per chi desidera instaurare ottime relazioni in azienda con i familiari e con tutti gli altri che vi lavorano:
- Impara continuamente a leggere la tua esistenza e leggere in essa la tua storia come parte importante e creativa a servizio dell’impresa; dedica tempo alla tua dimensione spirituale che genera la giusta pace per vivere con gli altri e lavorare con serenità.
- Evita le stupide guerre (quelle inutili) con te stesso e con gli altri, metti subito da parte l’orgoglio e i pregiudizi e prima di tutto cerca di capire sempre e con chiarezza quello che dipende da te in termini di cambiamento e miglioramento continuo.
- Non avere paura del futuro e siccome quello che diverrai sarà la conseguenza delle tue azioni di oggi scegli quelle giuste e moralmente etiche. Ti porteranno dove hai sognato di arrivare.
Alla luce di queste poche indicazioni rileggi il racconto della mia prima esperienza con Giuseppe Algiotti e noterai cosa ci viene richiesto di fare come consulenti in una impresa familiare (leggi a riguardo lo stile di consulenza dei Target Navigator Specialist)
Ebbene sì. Le relazioni vengono prima di tutto. Senza buone relazioni non si può neppure iniziare a pensare ad un futuro condiviso, al business, al successo.
Roberto Lorusso
Founder and Ceo Duc In Altum srl