Allenare la mente è importante almeno quanto allenare il corpo.
Il segreto del successo? Credere nelle opportunità che si nascondono dietro le difficoltà.
Molte persone si credono di essere campioni, poi quando misuri le loro prestazioni ti rendi conto che non lo sono. Perché? Hanno bisogno di rimodellare alcune convinzioni interiori che non gli permettono di esprimersi al meglio.
Un professionista, un manager, deve esprimere in “campo” il proprio talento e questo accade soltanto quando
inizia a “giocare” senza pensare più del necessario (alla sua posizione, al suo prestigio, al suo ruolo, ecc.).
Ecco cosa suggerisco ai miei clienti: fate in modo che i vostri collaboratori lascino spazio al proprio istinto. Le convinzioni sono figlie dei condizionamenti e questi ultimi derivano dall’esperienza. Un mio vecchio amico diceva: “di esperienza si muore”.
Riprogrammare l’atteggiamento mentale
Per cambiare marcia, occorre riprogrammare l’atteggiamento mentale.
Ogni organizzazione dovrebbe avere una persona di riferimento che supporti i team di lavoro nel corso di un progetto di Pianificazione Strategica. Non soltanto nei momenti di criticità.
Disporre di un Facilitatore o meglio un “mental coach” serve ad allenare la mente e stimolare la crescita personale di ogni collaboratore. È un valore aggiunto inimmaginabile.
Le società pagano anche grandi compensi a quelle persone che definisco “talenti aziendali”, ma spesso non si occupano del loro equilibrio emozionale, determinante per chi deve compiere un’impresa difficile come quella di un percorso di Pianificazione Strategica.
Per prevenire questo problema di rendimento io lavoro sugli obiettivi assegnati a ciascun collaboratore divenendo una sorta di agevolatore del rendimento della persona, aiutandolo a tirare fuori il meglio di sé.
Affermo che la preparazione mentale prima di avventurarsi in un progetto di Pianificazione Strategica è fondamentale. Quando i “titolari” di impresa (o i manager) lo capiranno, si renderanno conto di aver perso delle grandissime opportunità.
Diverse volte vedendomi operare alcuni imprenditori mi hanno chiesto: Qual è il collegamento tra Pianificazione Strategica e addestramento in stile militare?
L’importanza delle relazioni interpersonali
Il “percorso di guerra” fa parte del mio programma di “team building”. E mi spiego.
In guerra, le relazioni interpersonali tra soldati dello stesso esercito non devono condizionare in alcun modo l’esito della battaglia.
La priorità è avere fiducia l’uno nell’altro. Sempre e comunque.
Per questo lo considero un esercizio importante, serve a rafforzare l’idea del gruppo, a far capire che quando si scende in campo deve valere la regola “uno per tutti, tutti per uno”. Alla base del mio lavoro c’è questa convinzione: il talento individuale deve essere al servizio del gruppo. È l’unico modo per raggiungere gli obiettivi ambiziosi previsti dal Piano.
La pace armata per motivare la volontà
Mettere il proprio talento al servizio del gruppo non è cosa semplice ed ha bisogno di una grossa spinta di volontà.
Per alcuni anni i giornali pugliesi (anche alcuni nazionali) mi hanno definito il “motivatore” (era il periodo in cui svolgevo il ruolo del coach per assessori e dirigenti del Comune di Bari.
Il mio percorso di guerra era e rimane quello della pace.
Ti starai chiedendo che centra la pace con la tua organizzazione.
La pace in un’organizzazione non indica l’assenza di dispute e dissensi (il che potrebbe essere segno di letargia) bensì l’armonia attiva delle relazioni,
che suscita una collaborazione stimolante e contribuisce alla realizzazione di ciascuno e dell’intero progetto di pianificazione.
Sai che ti dico? Che se nella tua azienda non ci sono persone che cercano la pace è inuti le fare pianificazione strategica.
Pensaci un attimo.
Chi – tra i tuoi collaboratori – non aspira alla pace come ad un “porto lontano” al di là delle incertezze e dei pericoli ai quali sarà sottoposto? Non pensi che le tante difficoltà contenute in un piano strategico, i tanti sacrifici che chiederai ed ai quali ti sottoporrai meritano alla fine la pace?
Comprendi che conseguire la pace è simile al conseguire la grande visione dell’impresa?
Non sarà che la pace, proprio perché risponde in noi al desiderio di felicità non sia la leva intima, la motivazione, di ciascuna persona dell’organizzazione che può far dare il massimo dell’impegno per raggiungere gli obiettivi strategici?
Se pensi al tuo piano strategico ed alle tante battaglie da combattere che lo fanno diventare una vera guerra non ti sembra che il successo in realtà corrisponda alla pace?
Talenti nascosti
Avrai sentito dire: «Nella vita bisogna essere un vincente. Svegliarsi ogni mattina con un sogno da realizzare e perseguirlo durante tutta la giornata». Un approccio molto vicino al detto americano “se ci credi, lo fai”.
Ed io aggiungo che questo non vale solo per i tuoi collaboratori più pagati vale anche per l’operaio che lavora con te o quello che ha appena perso il lavoro.
La maggior parte delle persone si fa piegare dalle difficoltà, non riesce a rialzarsi dopo un evento traumatico che ha cambiato profondamente il quotidiano. È necessario aprirsi al mondo e reagire. Dentro ciascuno di noi si possono trovare talenti che non pensavamo nemmeno di avere.
Roberto Lorusso
Founder and Ceo Duc In Altum srl